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Sarezzo
11 gennaio 2014

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Antonio Battista Pedergnaga nacque il 16 Maggio 1918 da Angelo Pedergnaga e Alceste Marianini. Visse a Sarezzo con i genitori e i quattro fratelli. Erano una famiglia molto unita e Antonio era affezionato soprattutto alla madre.
Fu un ragazzo molto dedito al lavoro e allo studio; infatti, come raccontato dalla sorella, la notte lavorava presso le acciaierie Bosio (le attuali Acciaierie Venete) e durante il giorno studiava per conseguire il diploma magistrale. Il 31 Marzo 1939, all’età di 20 anni, fu chiamato alle armi. Dalla lettura dei fogli matricolari militari risulta che, da Giugno a Dicembre del 1941, entrò e uscì frequentemente dall’ospedale per problemi ignoti. In questi anni è fitta la corrispondenza con la famiglia; per esempio, alla mamma scrive: “(...)Vorrei poterti consolare e consigliarti ma soprattutto aiutarti, ma con questo mezzo cioè lo scritto, è impossibile. Fra poco però ci rivedremo e così ci spiegheremo meglio vero? Dunque via a tutti i pensieri, cioè, a tutte le preoccupazione, e guarda di stare allegra come lo sono sempre stato e lo sono ancora e sempre io”(...)”
Al padre invece dice: “(...)Carissimo babbo spero che sarai sempre di buona salute come lo sono sempre io. Spero che sarai ingamba anche se qualche volta il candeliere si trova spento. Io tutti i giorni immancabilmente ne bevo un quarto, e cioè quello che ci danno loro a mangiare, cioè, a desinare. Ore che si mangia nei piatti e scodelle e si beve il vino in bicchieri, mi sembra di essere anche un po a casa. Spero però che sempre sempre buono con tutti specialmente con la mamma come del resto lo sei sempre stato (...)”
Nel corso di questi anni, che trascorse a San Candido (Bolzano), tornò una sola volta a casa in licenza; successivamente scrisse una lettera alla sorella Cecilia rimproverandola per il comportamento avuto con la madre a cui Antonio Pedergnaga era molto legato. Così dice: “(...) Mi sono molto rattristato sai, del tuo comportamento verso la nostra carissima mamma, non che io voglio farti con questo una paternale ma voglio citarti solo un bellissimo brano di uno dei nostri grandi scrittori. Leggilo bene. Meditalo e se possibile rileggilo ai tuoi fratelli in famiglia.”
A ciò segue un brano da lui riportato di un autore ignoto, che afferma: “(...) Ogni volta che a un rimprovero di tua madre ti si presenterà una cattiva risposta dalle labbra, pensa a quel giorno che verrà a mancarti per sempre, quando ella ti chiamerà al suo letto per dirti: -Figlia mia, ti lascio-. (...)”
Qualche tempo dopo, l’8 settembre 1943 viene arrestato dai tedeschi a Bolzano e internato nel campo di Khala. Viene dichiarato morto a Lipsia, il 9 Maggio 1944.
La causa ufficiale della morte fu una malattia, ma molto probabilmente il decesso fu causato dalla denutrizione, come riferito dalla sorella.

A cura degli studenti della classe 4° ATC: Letizia Rizzini, Valentina Gentile, Andrea Mino e Giorgio Rizzini. Con la partecipazione delle studentesse della classe 4° ARI: Raffaella Tiziano, Arianna Ardesi e Veronica Brunori.

 



Intervento dell'Assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione
Valentina Pedrali


Intervento di Alberto Franchi
Presidente Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura

Ricordo di Spartaco Belleri

Ricordo di Rodolfo Luigi Pozzi

Ricordo di Pietro Vittorio Pozzi

Ricordo di Mario Pozzi


Ricordo di Antonio Pedergnaga

Ricordo di Giovani Colosio

Brochure a cura del Comune di Sarezzo:
"Sarezzo ricorda le vittime dei lager"