Municipio VI (ora V)
Via E. Giovenale 95 - Roma
28 gennaio 2010
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Ferdinando Persiani

Ferdinando Persiani nasce a Roma al Pigneto, in via Ettore Giovenale, l’8 novembre 1920. Comincia a lavorare saltuariamente come commesso e come manovale, mentre insieme al patrigno finisce di costruire la casa in cui vivono con la madre, un fratello e una sorella più piccoli. E’ un giovane di idee socialiste ed è conosciuto nel quartiere per la sua passione per il ciclismo.
Nel 1940 viene richiamato dall’esercito e partecipa a due avanzate e a tre ritirate delle Forze dell’Asse nella campagna del Nord Africa, con la qualifica di artigliere. Alla fine del 1942 torna in Italia e presta servizio presso la Guardia Costiera di Trieste: lì si trova l’8 settembre 1943 quando viene proclamato l’armistizio. Tolta la divisa, riesce a tornare fortunosamente a Roma. Pur non essendo un militante politico attivo, non accetta la violenza ei soprusi commessi dai fascisti e dagli occupanti tedeschi, come il resto dei giovani del Pigneto.

Con i compagni stacca sistematicamente dalle vie del quartiere i manifesti di propaganda della Repubblica Sociale e delle SS.
Accade che al bar Necci, a via Fanfulla da Lodi, una squadraccia obbliga con prepotenza i presenti al saluto romano. Ferdinando e i suoi amici si rifiutano di obbedire e rischiano l’arresto; li salva solo l’intervento della popolazione. Decide di passare all’azione, prende contatti per affiancarsi alle formazioni partigiane, ma non fa in tempo.
Il 26 dicembre 1943 viene arrestato al bar Necci da agenti della Pubblica Sicurezza del Commissariato di Porta Maggiore. Il motivo ufficiale dell’arresto è il richiamo alle armi per la classe 1920 (Bandi Graziani – RSI), al quale Ferdinando non si era presentato, come gesto di non collaborazione con le forze di occupazione nazifasciste, condiviso dalla stragrande maggioranza dei giovani romani. A nulla sono valse le proteste dei presenti e della madre Diana accorsa immediatamente sul posto.


Il 28 dicembre 1943 viene associato al carcere di Regina Coeli.
Il 4 gennaio 1944 “richiesto questura” viene deportato.
Il 13 gennaio 1944 viene immatricolato al KL Mauthausen con il n. 42163.
Ferdinando viene assassinato nel Castello di Hartheim il 30 settembre 1944 (lager di riposo dove si effettuava il “trattamento speciale riservato ai detenuti malati e deboli”, voluto da Himmler con il nome in codice “azione 14f13”)

a cura dell’associazione culturale
SNIA e del sito:
www.deportati4gennaio1944.it


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